Roma, 15 luglio - “L’indagine della Fondazione Di Vittorio e Tecnè, conferma sul tema delle diseguaglianze, della vulnerabilità sociale e della fiducia economica, il clima che costantemente ci viene rappresentato nei luoghi di lavoro”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.“Gli effetti di una crisi lunghissima e ancora non conclusa - aggiunge il leader della Cgil - hanno fatto sedimentare nelle persone e nei lavoratori un senso di incertezza e di sfiducia. Per ribaltare questo stato di cose, non serve né l’ottimismo di maniera né interventi spot, ma un’azione coordinata e stabile che punti a rafforzare lo sviluppo e a dare certezze per il futuro. Servono anzitutto investimenti produttivi, a partire da quelli pubblici anche come forma di traino verso quelli privati, da non computare nel fiscal compact. Questo è il vero contenzioso economico da aprire in Europa e che vedrebbe concordi molti altri paesi europei”.Per Camusso è necessario “Un lavoro stabile e di qualità che guardi alle trasformazioni tecnologiche e future. E’ troppo grande, infatti, l’area di chi non lavora in Italia e di chi ha un lavoro precario. Per questo, collegato agli investimenti, serve un piano per il lavoro e un corredo di diritti come quello previsto nel Piano del lavoro e nella Carta dei diritti universali del lavoro della Cgil”.“Servono, inoltre, nella prossima legge di bilancio, - aggiunge il segretario della Cgil - interventi straordinari per la formazione, cambiare la Legge Fornero, garantire a tutti l’accesso ad un welfare di qualità inteso come motore di sviluppo. E serve un’azione seria contro le diseguaglianze, a partire da una riforma fiscale che, abbandonando le tentazioni classiste di chi parla di flat-tax, ridia senso e sostanza alla progressività fiscale”.“Solo un progetto coordinato e condiviso, che affronti l’insieme di questi argomenti, - conclude Camusso - è in grado di cambiare le cose e di invertire questo diffuso senso di sfiducia”.