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Roma, 18 febbraio - “Anche quest’anno arrivano, puntuali, i festeggiamenti da parte di Palazzo Chigi e del Mef su presunti record nel recupero dell’evasione fiscale. La verità è sempre la stessa, e piuttosto semplice: oltre agli effetti determinati dagli strumenti di compliance e tracciabilità introdotti, anche su nostra richiesta, dai Governi precedenti, il resto delle risorse di cui si parla sono frutto della pletora di condoni introdotti in questa legislatura, di cui ormai abbiamo perso il conto”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
“E come se non bastasse - aggiunge il dirigente sindacale - si sta preparando un’ulteriore rottamazione tombale. In questo modo non solo non si contrastano gli evasori, ma li si induce a proseguire nei comportamenti illegali tenuti fin qui, garantendo, di fatto, che quanto non verrà versato nel prossimo futuro sarà certamente sanato da un nuovo provvedimento”.
Per Ferrari: “Emblematici, da questo punto di vista, i magri risultati del concordato preventivo, a cui ha aderito solo chi è sicuro di incassare redditi superiori, mentre tutti gli altri preferiscono aspettare, avendo di fatto la sicurezza che nuove sanatorie puntualmente arriveranno e che, nel frattempo, nessuno effettuerà controlli.
“In questo modo - sottolinea il segretario confederale - lo Stato continua a non trattare con uguaglianza i cittadini, privilegiando alcuni e penalizzando soprattutto chi vive di reddito fisso, come dimostrano i 17 miliardi in più di Irpef pagati da lavoratori dipendenti e pensionati nel 2024, e a non combattere l’economia sommersa, in continua espansione, privandosi di risorse fondamentali per finanziare la spesa pubblica, i servizi sociali, gli investimenti”.
“In definitiva, altro che ‘non c'è spazio per i furbi’, come rivendica la presidente Meloni. Ai furbi si fanno ponti d'oro. E, nel frattempo, i dati europei lanciano un campanello d'allarme, perché mostrano come in Italia l'evasione IVA sia in ripresa e come il livello registrato nel nostro Paese sia ben superiore rispetto alla media UE e ai principali paesi del vecchio continente”, conclude Ferrari.