Roma, 13 giugno - "Stiamo assistendo sconcertate all’ennesima grave messa in discussione della libertà di scelta delle donne sul loro stesso corpo. Uno scambio del governo Meloni fatto sulla nostra pelle che ribadisce come, per la premier, i nostri diritti valgano poco o nulla e che delimita ancora più chiaramente l’area internazionale ed europea di riferimento dell’attuale Esecutivo, che porta il Paese lontano dalla cultura europea di ampliamento dei diritti e delle libertà". Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione in merito alla presunta posizione del governo italiano contro l'inserimento dell'accesso sicuro e legale all'aborto nel documento finale del G7.

"Siamo estremamente preoccupate per le donne italiane - prosegue la dirigente sindacale - perché, nonostante le rassicurazioni verbali, i fatti ci dicono che questo governo chiude i consultori, ostacola l’accesso alle interruzioni di gravidanza, alla contraccezione gratuita, si oppone anche all’inserimento nelle scuole dell’educazione all’affettività nonostante i ricorrenti gravi casi di violenza di genere nei confronti di donne che volevano solo interrompere relazioni infelici".

"Chiediamo alla prima Presidente del Consiglio donna della storia del nostro Paese di fare chiarezza sulla posizione del Governo rispetto al diritto all’aborto libero e sicuro e agli altri diritti delle donne", conclude Ghiglione.