Roma, 12 febbraio - “La scelta dell’Ue di investire 200 miliardi di euro nell’intelligenza artificiale per dare vita a quello che di fatto si presenta come il più grande partenariato pubblico-privato al mondo per lo sviluppo di un’IA affidabile è un’ottima notizia”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo a commento di quanto deciso a Parigi all’AI Action Summit, concluso ieri.

“Si creano così le condizioni per lo sviluppo di una tecnologia che consentirà all’Europa di competere a livello globale - spiega - con un’attenzione alla necessità di avere, come la stessa Presidente von der Leyen ha affermato, intelligenze artificiali ‘aperte’, ‘inclusive’ ed ‘etiche’. Condizioni che aiutano a evitare quella concentrazione del mercato che al momento risulta essere uno dei rischi maggiori, anche per la tenuta democratica dei paesi”.

Per Gesmundo “non è una buona notizia invece il fatto che Usa e Regno Unito abbiamo deciso di non firmare la dichiarazione finale del Summit, sottoscritta da una sessantina di Stati, tra cui Cina, India e Unione Africana. La competizione, su un argomento così sensibile, non può essere giocata senza regole. Per questo crediamo che la strada intrapresa dall’Europa sia quella giusta. Adesso - sottolinea - bisognerà prestare grande attenzione alle modalità con cui si punta allo sviluppo delle gigafactory europee”.

“L’Italia dovrà giocare un ruolo importante”, sostiene il segretario confederale della Cgil. “Abbiamo le intelligenze, abbiamo le tecnologie. Quello che manca è un indirizzo di politica industriale chiaro, che punti alla valorizzazione delle imprese italiane. Per questo - conclude - chiediamo al Governo l’avvio di un confronto, con la definizione di un luogo permanente in cui affrontare il tema dello sviluppo dell’IA, a partire dalle scelte di indirizzo strategico fino ad arrivare agli impatti occupazionali. La partita è ancora tutta aperta, e noi vogliamo e dobbiamo giocarla”.