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Roma, 20 gennaio – “Pessimo l’esordio della nuova Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Marina Terragni, che, zelante, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina si è detta contenta del reato universale. Non sorprende la sua posizione, visto che si è sempre distinta per la lotta contro la GPA, nondimeno colpisce la scelta di aprire il suo mandato rimarcando orgogliosamente il tema con un approccio tanto integralista e divisivo”. Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi commenta le parole di Marina Terragni, riferite alla legge che ha reso la gestazione per altri un reato punibile anche se effettuata all'estero in un paese in cui tale pratica è legale.
“L’approvazione della legge – prosegue la dirigente sindacale – appaga un’ideologia becera e oscurantista che, con uno schiaffo ai richiami della Corte Europea e della Consulta, pone ancor di più il nostro Paese nel novero dell’integralismo e della reazione internazionale discriminando soprattutto le coppie omogenitoriali, con ricadute sulla tutela dei minori in quanto inibirà ancor di più la trascrizione automatica dei certificati di nascita di bambine e bambini nati all’estero”. Infatti, sottolinea Barbaresi “chi paga il prezzo in termini di stigma sono i figli e le figlie di queste coppie, che, contrariamente alle affermazioni apodittiche della nuova Garante, vengono privati e private di diritti fondamentali in ragione della loro appartenenza familiare e dell’orientamento sessuale dei loro genitori”.
“Ci saremmo aspettati – prosegue – che l’attenzione della nuova Garante fosse primariamente rivolta ai diritti negati a troppi minori nel nostro Paese: 1,3 milioni di bambini e bambine vivono in condizioni di povertà assoluta; il 5,6% dei minori vive in famiglie non in grado di garantirgli un pasto adeguato; la povertà educativa è in continua crescita e alimenta le disuguaglianze sociali, pregiudicando futuro e benessere delle nuove generazioni; la dispersione scolastica è ancora forte, e non è garantito neanche un livello essenziale delle prestazioni come l’accesso all’asilo nido, limitato al 30% dei bambini e bambine, con profonde disparità territoriali e con il rischio concreto di fallire anche negli obiettivi definiti nel PNRR”.
“Il lavoro che attende Marina Terragni è tanto e rilevante, richiede competenze, capacità di ascolto, inclusione e condivisione ma – conclude Barbaresi – se il buongiorno si vede dal mattino, il nuovo giorno inizia con un cielo oscuro”.