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Roma, 12 luglio - “Uno dei tanti incontri interlocutori senza risposte di merito da parte del Governo. Il tentativo del Ministro di spostare la discussione sugli scioperi dei trasporti è stato vano, non era quella la sede e non eravamo noi gli interlocutori legittimati a discuterne”. Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo al termine dell’incontro di questa mattina al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Per quanto riguarda gli scioperi del trasporto ferroviario e dell’Handling aeroportuale programmati per domani, il dirigente sindacale sottolinea che “il Ministro ha cercato di ribaltare le responsabilità del disagio che ricadrà sui cittadini. Dovrebbe porre il problema non a noi, ma alle aziende che non rinnovano i contratti nazionali e costringono i lavoratori ad operare in condizioni di difficoltà”.
Venendo ai temi all’ordine del giorno dell’incontro, “su cui la Cgil aveva posto questioni specifiche e chiesto informazioni dettagliate”, per Gesmundo “abbiamo ricevuto, come da prassi ormai, generiche rassicurazioni verbali senza alcuna risposta di merito. Nulla sul cronoprogramma rispetto alla rimodulazione degli investimenti del Pnrr; nulla su una cabina di regia che affronti i temi delle condizionalità previste dal Piano a partire dalla riduzione dei divari territoriali, di genere e generazionali. E ancora, nulla rispetto ad un luogo di discussione e programmazione che tenga insieme Pnrr e altri fondi, a cominciare da quelli di coesione”.
“Anche per quanto riguarda le politiche abitative, la sicurezza sul lavoro, la legalità dei cantieri e i problemi derivanti dal nuovo codice degli appalti, da noi non condiviso – prosegue – ci si limita a promettere incontri ad hoc senza risposte precise sulle questioni poste. Nessuna risposta nemmeno sulla dorsale adriatica, sul corridoio tirrenico, sulla mobilità sostenibile, né su un piano generale dei trasporti e della logistica”.
“Il settore delle infrastrutture – sostiene infine il segretario confederale della Cgil – è un asset strategico per lo sviluppo del paese, oltre che una grande risposta sul piano occupazionale, e ha bisogno di una gestione in termine di programmazione e di scelte condivise e strutturate. Per questo – conclude – deve vedere un vero coinvolgimento delle parti sociali: occorrono veri luoghi di confronto e decisione con il sindacato”.