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Roma, 5 aprile – “È sorprendente come questo Governo prenda a riferimento i dati dell’Inps presentati ieri per giustificare le scelte politiche sbagliate che sono state portate avanti fino ad ora. L'aumento del 4.4% della contribuzione dichiarata dall'Inps, in termini reali è inferiore all'anno precedente considerando l'inflazione media annua del 5.4%”. Così, in una nota, la Cgil nazionale.
“Inoltre, se consideriamo che 4,9 miliardi di incremento dei contributi dei lavoratori dipendenti sono da attribuire a fattori contabili, come conguagli su prestazioni o indennità, si evince che anche questi dati confermano un arretramento reale dei redditi da lavoro, in gran parte attribuibile alla crescita del lavoro povero”, sottolinea la Confederazione. “Assurdo poi - si legge - che ancora una volta questo Governo enfatizzi i dati per dimostrare che sta attuando politiche contro la lotta all’evasione contributiva. La realtà è un’altra: l’Esecutivo sino ad oggi ha attuato diversi condoni e sconti contributivi per gli evasori, altro che lotta all’evasione”.
Per la Cgil i dati della relazione Inps dovrebbero essere analizzati meglio: “significativa è la crescita del numero delle Naspi/disoccupazione, cresciute di 156.679 nel 2023 rispetto all'anno precedente, dimostrazione delle condizioni di precarietà nel nostro mercato del lavoro”. “Se, sempre in base ai dati Inps, consideriamo inoltre che si è passati da 1,2 milioni di nuclei percettori di reddito di cittadinanza a gennaio 2023 a 722 mila a fine anno dopo la cancellazione della misura, per poi scendere ancora a 590 mila domande accolte di assegno di inclusione a marzo 2024, si comprende perché la povertà nel Paese secondo l'Istat nel corso dello scorso anno è cresciuta”.
Unico aspetto positivo che emerge dalla presentazione di ieri, quello riguardante i dati dell’attività dell’Ente, anche attraverso il percorso di digitalizzazione dell’istituto, che “ci consegnano il buon risultato dovuto al percorso intrapreso da anni, a partire dal grande lavoro delle lavoratrici e dai lavoratori dell’Ente previdenziale”.