Il segretario della Cgil Maurizio Landini, intervistato da Giovanni Floris e 'di Martedì' su La7, ha puntato il dito contro la politica fiscale del governo, che non ha avuto incidenza sul lavoro dipendente, e ha invitato l'esecutivo ad "andare a tassare chi evade o non paga". I dati sulla povertà sono drammatici "ci sono più di 6 milioni di persone che pur lavorando non arrivano a guadagnare 11mila euro lordi all'anno, 6 milioni di persone che sono povere lavorando, e per il Mezzogiorno dove c'è un livello di povertà ancora maggiore addirittura parlano di autonomia differenziata"
"Un nuovo patto fiscale serio è la condizione per far crescere questo Paese, mentre oggi - ha ricordato Landini - ci sono 90 miliardi di euro di evasione fiscale" e "la rendita immobiliare e la rendita finanziaria sono tassate meno dei lavoratori dipendenti e dei pensionati". Inoltre dalla tassa sugli extra-profitti delle banche il governo non ha "preso un euro, anzi chi ha fatto profitti è ancora più ricco di prima e non ha pagato nulla". Per questo, ha detto ancora il segretario generale della Cgil, "non siamo più disponibili che lavoratori e dipendenti, che son quelli che pagano in questo Paese, paghino anche per quelli che evadono o che non pagano"
"È un sistema che non funziona e che va cambiato, per questo - ha concluso Landini - abbiamo deciso di organizzare anche dei Referendum per cambiare le leggi sbagliate che sono state fatte in questi anni perché bisogna cancellare la precarietà e dare un futuro ai giovani e alle donne, chi lavora deve poter vivere dignitosamente"