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Roma, 11 settembre - "Si iniziano a raccogliere i frutti delle scelte, mancate e sbagliate, del Governo sulla ricostruzione delle filiere industriali. Abbiamo perso tempo a crogiolarci su quanto andasse bene l'economia, risultato dell'effetto traino del turismo, settore in cui si recuperava lo stop degli anni della pandemia. Ma che l'economia reale andasse male e che ci sarebbero state delle ricadute, anche sul Pil, era del tutto evidente". È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo a commento dei dati sulla Porduzione industriale di luglio diffusi questa mattina dall'Istat.
"A questo - prosegue il dirigente sindacale - si stanno aggiungendo i ritardi e la rimodulazione del Pnrr voluti dal ministro Fitto, che hanno bloccato numerosi progetti già pronti a partire, e la mancata programmazione dei fondi coesione e sviluppo, risorse utili alle riconversioni e agli investimenti industriali ed infrastrutturali". Il segretario confederale denuncia poi "gli errori fatti su asset strategici, da Tim alla siderurgia passando per l'automotive".
"Il Governo deve aprire un tavolo con le parti sociali, un vero tavolo di trattativa sulle politiche industriali - sostiene Gesmundo - per stabilire scelte e risorse necessarie al rafforzamento del sistema manifatturiero ed industriale e al sostegno della crescita dei settori e delle imprese dal punto di vista dell'innovazione di processi e prodotti legando questi obiettivi alla transizione energetica, digitale e ambientale. Ulteriori ritardi sul posizionamento strategico del nostro Paese porteranno il sistema industriale a vivere una lenta ma inesorabile fase di recessione. Anche per questi motivi - conclude - saremo in piazza il prossimo 7 ottobre".