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Roma, 7 luglio - "Il lavoro e il Paese hanno bisogno di un progetto complessivo sulle politiche industriali, per questo abbiamo chiesto al Governo di abbandonare la strada della retorica e della propaganda e di aprire un confronto a livello interministeriale, con il coinvolgimento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del Mef e del Ministero del Lavoro. In ballo ci sono decine di migliaia di posti di lavoro, e nel complesso è a rischio la tenuta del nostro sistema manifatturiero". Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo nella giornata dello sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccanici delle regioni del Nord, "a cui va il pieno sostegno della Confederazione".
"Sono strumentali gli annunci del ministro Urso sugli 'stati generali dell'industria italiana' previsti per la prossima primavera", prosegue il dirigente sindacale. "Non servono passerelle, non servono decine di tavoli tematici al Mimit in cui non si decide, non si ha un approccio articolato e non si arriva a nulla. Occorre un luogo di discussione e proposta, di contrattazione vera e propria per definire obiettivi e risorse, per tracciare un piano a sostegno dell'occupazione e del rafforzamento del sistema manifatturiero ed industriale, per disegnare una vera strategia di transizione".
"La Cgil - aggiunge il segretario confederale - sostiene da tempo che occorrono scelte e investimenti pubblici dentro una cornice di politica industriale. Una forte regia pubblica è indispensabile, tanto più - conclude Gesmundo - in una fase così delicata in cui bisogna essere in grado di trasformare non in limite ma in opportunità per la crescita delle imprese e del Paese la transizione energetica, digitale ed ambientale, ora favorita delle risorse del PNRR, sia dal punto di vista dell’innovazione dei processi che dei prodotti".