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CAMERA DEI DEPUTATI ESAME DELLA LEGGE DI BILANCIO AULA
Roma, 20 dicembre - “La fiducia sulla manovra di bilancio è stata votata dalla Camera dei deputati e, verosimilmente, la legge non subirà modifiche nel passaggio del Senato. Il giudizio sulle scelte di politica economica del Governo per il 2025 può essere dunque compiuto. E per la Cgil è un giudizio gravemente negativo”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari.
“Innanzitutto, perché - spiega il dirigente sindacale - non si intravede un solo provvedimento in grado di invertire il declino economico del Paese e la crescita anemica del Pil. Anzi, i tagli lineari alla spesa pubblica e agli investimenti peggioreranno la situazione, comprimendo ancor di più la domanda interna e impedendo di mettere in campo una politica industriale all’altezza delle sfide cruciali che abbiamo di fronte: la transizione digitale, energetica ed ecologica del nostro sistema produttivo”.
Per Ferrari: “Le conseguenze saranno immediate e molto concrete. Si moltiplicheranno le crisi aziendali, aumenterà la richiesta di cassa integrazione, i livelli occupazionali, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, ne risentiranno”.
“Lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, che hanno sopportato un brutale impoverimento causato da una fiammata inflattiva cui non è stato posto alcun rimedio significativo, subiranno - aggiunge Ferrari - anche gli effetti dell’indebolimento di un welfare sempre meno pubblico e meno universalistico, del definanziamento del Servizio sanitario nazionale, dell’Istruzione e della Ricerca, della riduzione dei trasferimenti agli Enti locali”.
Inoltre, il segretario confederale sottolinea che “non ci sarà alcuna risposta neppure sul piano previdenziale” e “le nuove generazioni, che soffrono sulla loro pelle una precarietà che da lavorativa sempre più spesso si trasforma in esistenziale, continueranno a lasciare il nostro Paese per cercare opportunità di realizzazione all’estero”.
Secondo Ferrari “a guadagnarci saranno, ancora una volta, chi sta accumulando profitti, grandi patrimoni e rendite, cresciuti a dismisura, e gli evasori, per i quali viene escogitato ogni sistema possibile e immaginabile per consentirgli di continuare a non rispettare i loro doveri fiscali. Tutto questo lo abbiamo denunciato con lo sciopero generale dello scorso 29 novembre, rimanendo per l’ennesima volta inascoltati”.
“Non ci fermeremo e, forti dei dati di fatto che presto presenteranno il conto, continueremo a batterci per cambiare le politiche inique e fallimentari dell’Esecutivo. La realtà idilliaca descritta dalla presidente del Consiglio esiste solo nella sua immaginazione”, conclude il segretario confederale della Cgil.