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Roma, 7 luglio - “Esprimiamo preoccupazione per l’escalation e l’acuirsi della violenza dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin e condanniamo quella che è stata definita una delle più massicce operazioni militari nei territori occupati degli ultimi vent’anni”. Lo afferma, in una nota, la Cgil nazionale.
Per la Confederazione: “La comunità internazionale ha il dovere di denunciare la violazione del diritto internazionale, che impone a Israele, in quanto potenza occupante, di garantire la protezione e l’incolumità delle popolazioni civili. Al contrario, lo status quo, fatto di oppressione, di negazione dei diritti e delle libertà, di militarizzazione e di radicalizzazione sta demolendo le basi di democrazia e di convivenza in entrambe le società, nel tacito assenso della comunità internazionale”.
“Oltre a chiedere il pieno rispetto delle risoluzioni Onu 242 e 338 e il pieno ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati, ribadiamo - aggiunge il sindacato di corso d’Italia - quanto richiesto dalla coalizione AssisiPaceGiusta: esortiamo Parlamento e governo ad essere costruttori di pace nella regione mediterranea. Va riconosciuto lo stato di Palestina e va accompagnato, in sede europea e internazionale, il processo di pacificazione con una nuova stagione di cooperazione e di integrazione regionale, unica strada possibile - conclude la Cgil - per porre fine alle guerre ed alle ingiustizie”.