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Roma, 13 marzo - "Se le coppie oggi non fanno figli non è perché il punto nascita più vicino dista da casa mezz’ora invece che dieci minuti, ma perché l’instabilità professionale, le retribuzioni basse e le discriminazioni fatte di pregiudizi e stereotipi che colpiscono le donne nel mondo del lavoro scoraggiano questa scelta. Le misure spot non bastano a migliorare la condizione delle donne e non servono a favorire la natalità”. Così Lara Ghiglione, segretaria confederale Cgil, commenta le dichiarazioni rilasciate oggi dalla ministra Roccella durante l’annuale evento di Farmindustria.
“Il raffronto tra i punti nascita e il diritto delle donne a esercitare la libera scelta sul proprio corpo è strumentale e sbagliato”, sostiene la dirigente sindacale. “Il Governo e la Ministra dovrebbero pensare a garantire alle donne tutti i diritti a partire da quello ad avere un lavoro stabile ed equamente retribuito. Presupposto – sottolinea la segretaria confederale – che l'Esecutivo continua a ritenere secondario, come dimostrano tutte le classifiche che misurano la parità di genere e che vedono l'Italia agli ultimi posti".
"La Cgil, pertanto, considerata l’importanza del tema della promozione di una maternità davvero libera e consapevole, sollecita la ministra a convocare un incontro con le organizzazioni sindacali, a partire dall’Osservatorio sulle politiche per le pari opportunità fermo da un anno, visto che nessuna delle proposte ad oggi avanzate è stata presa in considerazione dal Governo", conclude Ghiglione.