Roma, 28 febbraio - “Il nucleare non è la soluzione per la decarbonizzazione in Italia”. Così la Cgil Nazionale in merito al ddl sul nucleare approvato dal Consiglio dei ministri, che aggiunge: “L’opzione nucleare presenta costi e rischi molto elevati, ha tempi di realizzazione incompatibili con quelli dell’azione climatica, enormi problemi di localizzazione e di accettazione sociale, di dipendenza e quindi insicurezza energetica nazionale e non rispetta l’esito dei due referendum in materia. C’è un grave problema democratico”.

“Non è vero, come dice la Presidente del Consiglio che garantirà energia sicura, pulita, a basso costo capace di assicurare sicurezza energetica al paese. L'energia nucleare - prosegue la Cgil - ha costi molto più elevati di quella prodotta dalle fonti rinnovabili, come attestano l'agenzia internazionale per l'energia e molti altri studi: 170 $ al MWH contro 50 del fotovoltaico e 60 dell'eolico onshore. Inoltre, non è un'energia pulita e non garantisce sicurezza energetica perché l'Italia non ha l'uranio che sarebbe costretta ad importare.

Secondo la Confederazione “le tecnologie nucleari di cui parla il Governo non sono ancora disponibili e non lo saranno nei tempi necessari per garantire una efficace azione climatica. Il Paese ha bisogno di ridurre i costi energetici adesso non fra 20-30 anni, e entro il 2040 dovremmo aver quasi completato la decarbonizzazione. Solo la transizione a un sistema 100% rinnovabili può garantire sicurezza energetica, energia a prezzi accessibili e rilancio della competitività delle imprese”.

“Il Governo - conclude la Cgil - convochi subito un confronto con le parti sociali e la società civile per definire modalità di governance partecipata, piano, misure e risorse per una giusta transizione”.