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matteo oi
Roma, 23 gennaio - "La realtà dei dati certifica il fallimento delle promesse del Governo sulle pensioni. Dopo tre leggi di bilancio, ciò che emerge è ben diverso dagli slogan elettorali che assicuravano il superamento della legge Monti-Fornero e la pensione per tutti con 41 anni di contributi: oggi le pensioni anticipate sono in drastico calo e l’età pensionabile continua a crescere. Questo non è un giudizio politico, ma un fatto dimostrato dai numeri pubblicati dall’osservatorio Inps". Lo dichiara la segretaria confederale della Cgil nazionale Lara Ghiglione.
La dirigente sindacale spiega che i dati parlano chiaro: "nel 2024 le pensioni anticipate sono diminuite del 15,7% rispetto al 2023, passando da 255.119 a 215.058, mentre i requisiti pensionistici rischiano di incrementare di tre mesi nel 2027 e ulteriori due mesi nel 2029, se osserviamo quanto pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato solo dopo la nostra denuncia". Ghiglione sottolinea poi che "è bene chiarire che le domande di opzione donna e quota 103 saranno ancora più basse in futuro, visto che quelle del 2024 sono prestazioni pagate con i requisiti perfezionati prima dei tagli di questo governo".
"È ora di smetterla con slogan e annunci - sostiene la segretaria confederale della Cgil - e di affrontare con serietà il tema delle pensioni. Il meccanismo dell’attesa di vita, così come è concepito oggi, va interamente ripensato. Non possiamo accettare un sistema che peggiora continuamente le condizioni di accesso alla pensione e riduce gli importi degli assegni a ogni aggiornamento. L’Italia è l’unico paese in Europa in cui i lavoratori subiscono un doppio svantaggio: un'età pensionabile che si sposta sempre più in avanti e assegni più poveri per via del calo dei coefficienti di trasformazione, come è successo da gennaio 2025".
Inoltre, aggiunge, "la precarietà lavorativa, con il conseguente versamento discontinuo dei contributi, sta compromettendo le pensioni future di un'intera generazione. I referendum promossi dalla Cgil rappresentano una risposta concreta per affrontare questo tema e restituire diritti e certezze ai lavoratori. Non è possibile che milioni di giovani e meno giovani vivano nell’incertezza di un lavoro precario oggi e di una pensione insufficiente domani. Serve un cambio di rotta netto".
Ghiglione conclude sostenendo "la necessità di un confronto serio e immediato e di una riforma strutturale che garantisca equità, dignità e certezze ai lavoratori e alle lavoratrici, mettendo al centro anche un cambio di rotta sul tema dell’evasione fiscale e quindi contributiva, vero male nel nostro Paese. Non farlo significa scaricare ancora una volta il costo di scelte sbagliate sui lavoratori e sui pensionati più fragili, a partire dai giovani e dalle donne”.