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Roma, 30 dicembre – “Riteniamo che il rapporto conclusivo della Commissione tecnica su previdenza e assistenza sia un utile contributo di analisi che viene messo a disposizione delle istituzioni e delle parti sociali, anche nel quadro del confronto aperto con il Governo sulla riforma delle pensioni”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli a proposito delle conclusioni della Commissione tecnica incaricata di valutare la possibile separazione tra interventi previdenziali e assistenziali.
Il dirigente sindacale sottolinea che “il rapporto fa emergere la complessità di realizzare una distinzione netta tra spesa assistenziale e previdenziale, ma propone elementi per determinare una maggior chiarezza nella rappresentazione dei dati, anche in rapporto alle fonti di finanziamento che per la spesa pensionistica, per quanto ci riguarda, non possono che avere anche una componente derivante dalla fiscalità generale, come sta già avvenendo. In tal senso – prosegue – è importante la proposta di rideterminare la natura di alcune spese che, in quanto soggette alla prova dei mezzi, come l'integrazione al minimo della pensione, sono prestazioni che hanno una natura assistenziale, ed è importante l’intendimento dell’Inps di muoversi in questa direzione”.
Per Ghiselli “l’aspetto più significativo e concreto del rapporto sta nella comparazione della spesa sociale e pensionistica nell'ambito europeo. In particolare – sottolinea – emerge che il differenziale fra l'Italia e la media europea dell’incidenza della spesa previdenziale sul Pil sarebbe minore se si tenesse conto dei diversi regimi fiscali, e che la spesa pro capite per prestazioni sociali in Italia, considerando anche il differenziale nel potere d'acquisto, è inferiore rispetto alla media europea”.
“Il lavoro tecnico della Commissione offre pertanto spunti importanti a supporto del previsto confronto sulla riforma previdenziale e per quanto ci riguarda – conclude il segretario confederale della Cgil – conferma le ragioni di compatibilità e di equità contenute nelle richieste di riforma presentate del sindacato”.