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Roma, 19 gennaio - Si è tenuto questa mattina l’incontro con il Governo sulle pensioni, tema sul quale – da anni – il sindacato confederale rivendica una riforma in grado di dare maggiore equità e solidarietà al sistema, superando definitivamente le rigidità della legge Fornero che, a dispetto degli slogan e degli impegni elettorali, continua ad essere in vigore.
Dopo aver ribadito il nostro giudizio fortemente negativo rispetto ai recenti provvedimenti in materia contenuti nella legge di bilancio, che hanno peggiorato ulteriormente la situazione e sottratto rilevanti risorse al capitolo Previdenza (opzione donna, quota 103, precoci, taglio della rivalutazione), abbiamo ripresentato unitariamente la piattaforma di CGIL, CISL e UIL per una riforma pensionistica che parta da: una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi senza limiti di età, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione contributiva di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere, il riconoscimento del lavoro di cura e delle donne, il rilancio della previdenza complementare negoziale, la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere.
Sulla base di questi contenuti abbiamo chiesto al governo di aprire un confronto di merito, con modalità, risorse e tempi certi.
Abbiamo indicato la necessità di finalizzare il confronto entro la scadenza del prossimo DEF, al fine di definire le risorse necessarie – aspetto cruciale – e inserirle nel quadro di programmazione economica-finanziaria in vista della prossima legge di bilancio.
Inoltre, anche alla luce delle dichiarazioni del Presidente dell’INPS che ha sottolineato come l’aspetto fondamentale per garantire l’equilibrio e la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico sia l’allargamento della base contributiva, abbiamo ribadito la necessità – anche ai fini previdenziali, a maggior ragione in un sistema a ripartizione come il nostro – di politiche finalizzate alla creazione di nuova occupazione, al contrasto della precarietà e all’aumento dei salari, chiedendo di aprire un confronto anche su questi temi.
Infine, abbiamo chiesto interventi correttivi immediati rispetto ad alcune scelte sbagliate fatte con la legge di bilancio, come ad esempio il ripristino dei requisiti previgenti di “opzione donna”.
A queste richieste il governo non ha dato risposte se non una disponibilità generica, senza indicare né una tempistica certa né un quadro definito di risorse, e rinviando a un prossimo incontro, fissato l’8 febbraio, un approfondimento su giovani e donne.
Riteniamo quello di oggi un incontro pletorico, interlocutorio e senza risposte.
Per la Cgil è importante ogni occasione di confronto e di discussione, ma serve chiarezza di tempi, contenuti e obiettivi.
Un generico tavolo di ascolto, privo di carattere negoziale, con tempistiche lunghe e incertezza su spazi e risorse non porterà lontano.
Per questo ribadiamo la necessità di aprire una vera trattativa sui contenuti della nostra piattaforma, per trovare soluzioni da inserire e finanziare con il prossimo DEF.
→ Dichiarazioni di Maurizio Landini al termine dell'incontro al ministero del Lavoro