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Roma, 18 settembre - “Il Governo rimedi all'errore commesso con il decreto 98/2023, con il quale, senza alcuna condivisione con le parti sociali, ha deciso di assegnare ad un soggetto privato le funzioni e le risorse per la promozione della previdenza complementare. Come Cgil riteniamo fondamentale rilanciare la previdenza complementare a partire dai giovani, ma crediamo sia sbagliato, nel metodo e nel merito, quello che il Governo ha deciso di fare con questo blitz, e chiediamo che nei decreti attuativi previsti a ottobre si faccia un passo indietro”. Questa la prima richiesta avanzata dalla segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione al tavolo di questa mattina con l'osservatorio del Ministero del Lavoro per la spesa previdenziale, che oggi aveva all’ordine del giorno la previdenza complementare.
La dirigente sindacale spiega poi che “abbiamo ribadito le necessità di introdurre un semestre di silenzio/assenso e di istituire di una sede protetta per garantire che la scelta delle lavoratrici e dei lavoratori di trattenere il Tfr in azienda sia ragionata e soprattutto libera. Abbiamo chiesto - aggiunge - che la previdenza complementare sia riconosciuta al personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico”.
Per Ghiglione “è importante riportare la tassazione sui rendimenti a parametri precedenti e più vantaggiosi per chi aderisce, ed è fondamentale promuovere le condizioni, anche attraverso la leva fiscale, perché i fondi negoziali investano nell'economia reale, innanzitutto al fine di creare nuova e buona occupazione e determinare un maggiore sviluppo del Paese. Il progetto avviato da Assofondipensione e Cassa Depositi e Prestiti è un primo tassello, bisogna fare di più”.
“Torniamo a ripetere – conclude la segretaria confederale della Cgil – che gli incontri tecnici in assenza di un’interlocuzione vera con il Ministero sui punti affrontati e senza un confronto degno di tale nome con il Governo rischiano di diventare appuntamenti di facciata, incapaci di produrre alcun risultato. Se è una scelta politica ne prendiamo atto, e il 7 ottobre saremo in piazza anche per rivendicare le nostre proposte sulla previdenza”.