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Roma, 12 aprile - “Mentre il Ministro Fitto, in questi mesi, ha spiegato in tutte le sedi l’indispensabilità della revisione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, per raggiungere gli obiettivi e i traguardi nei tempi concordati con l’Unione Europea, il suo collega Giorgetti non perde occasione per chiedere il rinvio di uno o due anni della scadenza prevista per il 2026”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
“Nel frattempo - prosegue il dirigente sindacale - iniziano ad affiorare le prime storie di malaffare nell’utilizzo delle enormi risorse a disposizione. E siamo solo all’inizio. Appare chiarissimo come il modo di procedere del Governo Meloni - che nell’ultimo anno e mezzo ha di fatto ‘sequestrato’ il piano e deciso modifiche profondissime nel chiuso di qualche stanza, senza confrontarsi con nessuno, tanto meno con le Parti sociali - rischia di condurre il Paese in un vicolo cieco. L’unica speranza che nutrono è legata alle prossime elezioni europee e alla possibilità che un eventuale cambio dei rapporti di forza renda più agevole la strada del rinvio, consentendo di elemosinare ‘sconti’ nella realizzazione delle singole misure”.
Per il segretario confederale “è l’ennesima dimostrazione che il Governo è senza bussola, privo di una guida autorevole in grado di comprendere che la concreta realizzazione del Pnrr non è affare di una parte politica, ma una sfida dell’intero Paese. La Cgil - conclude Ferrari - considera tutto ciò grave e continuerà a mettere in campo tutte le azioni di mobilitazione possibili contro questa pericolosa deriva”.