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Roma, 13 giugno - “Denunciamo un grave stallo sull’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, come più volte sottolineato, rappresenta un’occasione irripetibile per il futuro del Paese”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, al termine dell’incontro di oggi a Roma con la Commissione Europea dedicato all’attuazione del Pnrr, che aggiunge: “Preoccupano i ritardi e l’incertezza sulle prossime scadenze che rischiano di mettere in discussione, oltre alla terza rata non ancora erogata, anche la quarta e la quinta, in un anno clou come il 2023 che, in base alla programmazione stabilita, prevede il picco di fondi per realizzare gli investimenti previsti”.
“Una impasse - sottolinea il dirigente sindacale - aggravata dalla totale assenza di trasparenza, anche sulla revisione del Piano, e dal mancato coinvolgimento delle parti sociali maggiormente rappresentative, sia a livello nazionale che territoriale. Continuiamo a denunciare la mancanza di una governance partecipata e di un confronto strutturato, preventivo e continuativo come quello previsto da protocolli e norme tuttora vigenti”.
Inoltre, aggiunge Ferrari: “Siamo d’accordo sulla necessaria complementarità tra il Pnrr e i Fondi strutturali, ma non a sovrapposizioni e confusioni”. Infine “come attestato da ultimo da Anac, le troppe deroghe e i mancati controlli - prosegue il segretario confederale - stanno compromettendo un vincolo fondamentale: quello del 30% di assunzioni di giovani e donne. Una clausola che non può non essere rispettata, come quella di destinare almeno il 40% di investimenti al Mezzogiorno. Occorre rafforzare la capacità amministrativa, a partire da nuove assunzioni negli enti locali, e superare lo strumento dei bandi selettivi”.
"Non possiamo mettere in discussione obiettivi strategici per l’Italia e l’Europa: dalla transizione green a quella digitale, alla riduzione delle disuguaglianze e dei drammatici divari territoriali. Il futuro del Paese - conclude Ferrari - non può essere compromesso dai ritardi e dalle forzature del Governo”.