Cagliari, 5 dicembre - "La Cgil non è disponibile ad accettare scambi al ribasso o attese inutili mentre si chiudono le produzioni, si mandano a casa i lavoratori e le lavoratrici degli appalti e si prende tempo in attesa di progetti alternativi alle produzioni di zinco e piombo". È piuttosto severo il giudizio dei segretari regionale e nazionale Cgil Fausto Durante e Pino Gesmundo sull’esito dell’incontro di oggi al Mimit sulla vertenza Portovesme Srl.

"La Glencore - spiegano - non vuole più produrre piombo e zinco in Sardegna e questo deve indurre tutte le parti in causa, a partire da Governo e Regione, a fare tutto ciò che serve per garantire che quelle produzioni siano mantenute nel sito di Portoscuso, anche attraverso l’individuazione di altri soggetti industriali, ma è evidente che sino a quando questa circostanza non sarà realizzata, Glencore dovrà garantire sia la prosecuzione in marcia della linea zinco, indispensabile per la funzionalità e l’efficienza degli impianti per il soggetto industriale che auspicabilmente arriverà, sia la continuità dei rapporti di lavoro di tutti gli addetti, diretti e indiretti".

Si tratta quindi di chiarire, con fatti concreti, "se il Governo vuole utilizzare o no tutte le carte che ha per rendere coerenti le affermazioni sulla strategicità delle produzioni della Portovesme srl e sul fatto che piombo e zinco sono materie prime importanti per il Paese. Se è così allora deve spendersi realmente per non permettere l'abbandono di quelle produzioni e non solo per sposare gli intendimenti della Glencore su un progetto, quello del litio, del quale si potrà discutere quando sarà il momento, ma sin da ora deve essere chiaro che le eventuali produzioni future di litio dalla black mass potranno essere aggiuntive e non sostitutive di ciò è strategico per il Paese, per la Sardegna, per il territorio".

Intanto, "c'è una spada di Damocle che pende sulla testa dei lavoratori e delle lavoratrici, in modo particolare di quelli delle ditte d’appalto, ad alcune delle quali la Portovesme srl ha già comunicato lo stop di ogni futuro contratto". Si tratta di lavoratori e lavoratrici che dal 31 dicembre, fra poco più di venti giorni, non avranno più né un rapporto di lavoro né la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali.

"Ci sono due settimane di tempo, il Governo - concludono Durante e Gesmundo - oggi si è impegnato a trovare altri interlocutori per la presa in carico delle produzioni e questo può rappresentare la giusta direzione solo ed esclusivamente se ci sarà un risultato, se gli impianti non verranno fermati, se si continuerà a produrre piombo e zinco in Sardegna. Su questa azione si misurerà la coerenza e il reale impegno del Ministro e del Governo".