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Roma, 10 aprile - “Con l’approvazione ieri alla Camera della proposta di legge di riforma della Corte dei Conti e del danno erariale, si svuota di poteri la magistratura contabile e si fornisce un vero e proprio salvacondotto a funzionari e amministratori per un uso improprio di risorse pubbliche, a partire dall’affidamento degli appalti ad amici degli amici. Dopo aver di fatto abolito il reato di 'abuso di ufficio' oggi il Governo chiude il cerchio a danno di lavoratori, imprese e cittadini, aprendo anche un ulteriore fronte con l’Europa viste la provenienza delle risorse del Pnrr o dei Fondi di Coesione. Il Governo fa il forte con i deboli, come dimostra il Decreto Sicurezza, rendendo illegali cortei e proteste, ma si guarda bene dal contrastare consorterie criminali, corruttori sistematici e grandi interessi economici, depotenziando l’ indipendenza ed efficacia della magistratura. Tornino indietro subito, aprendo un confronto serrato con le principali forze sociali e soprattutto coinvolgendo gli stessi magistrati contabili che da tempo avanzano controproposte precise e puntuali”. Così denunciano, in una nota, Lara Ghiglione segretaria confederale Cgil e Alessandro Genovesi, responsabile appalti della Cgil Nazionale.
Per i due dirigenti sindacali: “Con il meccanismo del silenzio assenso sul controllo preventivo di fatto si renderà la stessa Corte dei Conti corresponsabile di eventuali malversazioni con uno scudo per tutti gli atti e comportamenti illeciti non verificati entro quei termini. Inoltre, con l’introduzione di un tetto dell’ammontare del risarcimento dovuto, che non potrà andare oltre il 30% del danno economico provocato o comunque oltre le due annualità di retribuzione, si sta di fatto rendendo conveniente violare la legge anche da un punto di vista economico, come hanno ricordato gli stessi magistrati contabili per cui l’introduzione di tetti irrisori alla risarcibilità del danno erariale innescherà processi di deresponsabilizzazione di chi gestisce risorse pubbliche, ricoprendo ruoli di rilievo ed esercitando rilevanti poteri pubblici per il bene della collettività".
“In un momento in cui ogni euro pubblico è prezioso per garantire quegli interventi su politiche infrastrutturali, industriali, sociali in grado di rilanciare l’economia, l’occupazione e il benessere del Paese, la scelta del Governo - aggiungono Ghiglione e Genovesi - è quella di favorire spechi, corruzione, possibili voti di scambio, rendendo ancora più condizionabili i tanti dirigenti pubblici e alterando per di più la stessa libera concorrenza tra le imprese”.
“Ricordiamo, infatti, che oggi oltre l’80% degli appalti pubblici, Pnrr compreso, per un valore complessivo di circa 250 miliardi di euro, viene oggi assegnato senza gara, ma con affidamenti diretti o a inviti selezionati. Sarebbe stato e sarebbe buon senso aumentare le forme di controllo e di responsabilità, mutuare le buone pratiche di verifica anche in corso di pre-assegnazione o agire su standard di conformità e linee guida omogenee, come si fa in altri Paesi, rafforzando la stessa magistratura contabile, anche da un punto di vista tecnologico e di risorse umane, non fare l’esatto opposto. Per questo - concludono Ghiglione e Genovesi - facciamo appello a tutte le forze politiche in Senato perché la legge non venga approvata e si apra un confronto volto a salvaguardare gli interessi generali della collettività, contro ogni rischio di spreco, corruzione, ulteriori possibili infiltrazioni criminali”.