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Roma, 6 gennaio - “L'annuncio del Governo sulla revisione dei percorsi di alternanza scuola lavoro, dopo la vicenda De Seta, è un passo avanti importante. Occorre accelerare e non fermarsi agli annunci”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari.
Per il dirigente sindacale “la recente decisione dell’Inail di non risarcire i parenti di Giuliano De Seta, giovane studente morto a soli 18 anni durante uno stage, anche se fondata sulla normativa vigente, ha il sapore di una beffa, che aggiunge dolore e sgomento alla tragedia che si è consumata il 16 settembre dello scorso anno”.
“L’annuncio dei Ministri Valditara e Calderone di un piano di revisione dei nuovi percorsi Alternanza Scuola Lavoro, ora PTCO, è sicuramente un fatto positivo. Occorre accelerare e non fermarsi alle dichiarazioni, aprendo subito un confronto con le parti sociali. La nostra organizzazione - ricorda Ferrari - ha chiesto da tempo la revisione dei PCTO, la promozione di normative più cogenti in materia di sicurezza per le aziende ospitanti i percorsi di scuola-lavoro, la stesura della Carta dei diritti delle studentesse e degli studenti relativamente alla formazione professionale”.
“Anche alla luce della decisione dell’Inail sono necessari - prosegue il segretario confederale - tavoli di approfondimento e discussione con le organizzazioni sindacali, con le parti datoriali e con le regioni, innanzitutto per rendere totalmente sicuri gli ambienti delle aziende che ospitano i soggetti in formazione, anche in relazione alle diverse tipologie di apprendistato, stage, tirocini, a partire da alcuni requisiti indispensabili che le stesse dovranno rispettare tra cui, ad esempio, l'applicazione dei Ccnl sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.
Inoltre, aggiunge Ferrari “vanno naturalmente escluse a priori le aziende che presentano qualunque genere di rischio per le ragazze e i ragazzi.
Per garantire qualità e sicurezza dei percorsi formativi è poi fondamentale individuare parametri di qualità e trasparenza a cui dovranno obbligatoriamente attenersi le aziende ospitanti”.
Secondo il segretario confederale “è fondamentale altresì prevedere la non obbligatorietà dei PTCO, stante le criticità che si sono determinate nel corso degli anni. Al contrario, tali esperienze debbono mantenere una forte valenza educativa per gli alunni, finalizzata alla crescita dell’individuo e nel rapporto con la cultura del lavoro. Il principio su cui occorre fondare qualunque scelta è: gli studenti non sono lavoratori e non devono correre alcun pericolo mentre maturano crediti formativi in azienda. È inconcepibile per un giovane in formazione subire incidenti mortali mentre è impegnato nel suo percorso di studi", conclude Ferrari.