Roma, 4 ottobre - "Lo Stato deve combattere lo sfruttamento, non incentivarlo. Il lavoro agricolo deve essere riconosciuto e valorizzato, non ridotto a un'esperienza di servizio civile che rischia di abbassare ulteriormente i già fragili standard retributivi del settore". Così la Cgil nazionale e la Flai Cgil commentano l'ultima proposta del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, scaturita il 2 ottobre nella pubblicazione del bando per l'introduzione del servizio civile in agricoltura per i giovani.

"Lavorare significa avere una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia una vita dignitosa, così - ricordano Confederazione e Categoria - recita l'articolo 36 della Costituzione Italiana. Non si può banalizzare il problema del ricambio generazionale con uno strumento che rischia addirittura di instillare nelle nuove generazioni l’abitudine al sotto-salario", aggiungono. "Il settore primario è un settore strategico del nostro paese e la produzione di cibo un elemento essenziale per la sopravvivenza, si tratta di un lavoro faticoso e molto spesso anche estremamente pericoloso, non sono certo questi gli strumenti per valorizzarlo e promuovere l’occupazione".

"L’introduzione, da parte del Governo, del servizio civile in agricoltura fa rabbrividire: in un settore dove è presente un gravissimo sfruttamento lavorativo, la priorità dell'Esecutivo dovrebbe essere quella di controllare le aziende e combattere il caporalato", sostengono Cgil e Flai. "Ma i ministri, a quanto pare, spesso dimenticano di essere Ministri della Repubblica e di essere pagati dai cittadini per svolgere con serietà il loro lavoro. Già le registrazioni dell’inchiesta di FanPage nei settori giovanili di Fratelli d’Italia avevano svelato un utilizzo 'allegro', per usare un eufemismo, del servizio civile universale da parte degli esponenti di questa maggioranza; adesso siamo addirittura al punto di volerlo utilizzare per mascherare il lavoro sottopagato".

"Ci teniamo però a ricordare al Ministro Lollobrigida - sottolineano Cgil e Flai - che il Servizio Civile Universale è una cosa seria, e che esiste una profonda differenza tra il servizio prestato presso enti o organizzazioni senza scopo di lucro, e il lavoro salariato, che invece si svolge per aziende che uno scopo di lucro ce l’hanno. Il lavoro è lavoro, e va retribuito giustamente, così come previsto dalla nostra Costituzione e dai contratti collettivi nazionali; non è certamente questo il modo di 'promuovere la generosità umana'. E servirebbe un po' di sobrietà anche nel linguaggio - concludono -, i richiami al servizio alla Patria e al reclutamento dei ragazzi in momento tragico come quello che attraversa il mondo, sempre più vicino al baratro di una guerra globale, sono inopportuni ed evocano momenti tragici della storia del nostro Paese".