Roma, 6 agosto - Si terrà oggi, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il tavolo di settore sulla moda, alla presenza del Ministro Urso, delle organizzazioni sindacali e delle rappresentanze datoriali.

“Il settore è il terzo manifatturiero in Italia e conta circa 446.000 addetti con riferimento ai soli lavoratori diretti, distribuiti in 82.129 imprese complessive.

Il solo settore della concia conta un fatturato annuo di 5 miliardi di euro.

Secondo uno studio di Area Studi Mediobanca di Febbraio 2024, le 175 maggiori aziende della moda con sede in Italia registrano un valore aggiunto pari al 1,5% del Pil nazionale nel 2022”. Lo affermano in una nota Pino Gesmundo, Segretario Nazionale CGIL e Marco Falcinelli, Segretario Generale Filctem CGIL.

“L’intero settore manifatturiero manifesta grosse difficoltà evidenziate da un ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali (+67,6% nel tessile abbigliamento) sia nel comparto industriale che in quello artigiano. Nel coordinamento confederale CGIL tenuto ieri sul sistema moda – proseguono i dirigenti sindacali -, è emerso lo stato del settore sia nelle attività dirette, sia dell’indotto(forniture metalmeccaniche, commercio, logistica e servizi)”.

“La crisi impatta necessariamente sulla filiera sistema moda e sull’indotto e i tavoli di crisi aperti a livello territoriale sono indicativi della difficoltà complessiva della intera e complessa filiera. È evidente – affermano Gesmundo e Falcinelli – che non sia più procrastinabile lo sviluppo di politiche industriali che comprendano interventi decisi all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale, con interventi mirati al sostegno della riconversione ecologica delle imprese maggiormente impattanti dal punto di vista ambientale”.

Per Cgil e Filctem “sono necessari investimenti specifici sulla filiera e sui distretti che favoriscano anche l’aggregazione di impresa, progetti di valorizzazione energetica, e, in maniera netta, interventi in tema di contrasto all’illegalità, al lavoro nero, al dumping contrattuale, ai fenomeni di sfruttamento ed alla gravissima piaga della contraffazione a favore della buona e piena occupazione, a partire dalla salute e sicurezza sul lavoro.

Parimenti, per contrastare i fenomeni di illegalità, bisogna favorire la trasparenza dei rapporti contrattuali all’interno di tutta la filiera degli appalti che impedisca la grave situazione che coinvolge, in particolare, il segmento dei contoterzisti”.

“E’ poi fondamentale – spiegano – la programmazione degli investimenti necessari e l’ausilio alla trasformazione digitale del settore. Contestualmente è necessario sostenere un serio piano di formazione delle figure professionali necessarie a garantire la trasformazione del settore”.

“Se si vuole rendere lettera viva il sostegno alla produzione made in Italy – concludono Gesmundo e Falcinelli - il Governo non non può limitarsi ad interventi spot ma deve essere complessivo, coerente, di lunga durata. Questo è quanto ci aspettiamo dal tavolo di ogg”.