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Roma, 21 maggio - “Allo studente, di appena diciassette anni, rimasto gravemente ustionato durante un'esperienza di apprendimento in contesto lavorativo a Merano, rivolgiamo anzitutto l’augurio di una pronta guarigione, e alla famiglia e ai suoi compagni desideriamo inviare un abbraccio solidale”. Così il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari e il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli, in una dichiarazione congiunta.
“Non è purtroppo la prima volta - sottolineano i due dirigenti sindacali - che si verificano episodi del genere, anzi negli ultimi mesi i casi sono sempre più frequenti.
In questo caso sembra evidente che l'infortunio sia avvenuto in una situazione di lavoro "ordinario" e non di apprendimento in contesto lavorativo, come invece dovrebbe essere secondo le norme che regolano sia i Pcto (ex alternanza scuola/lavoro) sia gli stage”.
A questo punto - proseguono Ferrari e Sinopoli - non possiamo più accontentarci delle parole o degli impegni generici da parte di chi rappresenta le Istituzioni.
Va aperto, con urgenza, un tavolo con il Ministero dell'Istruzione e il Ministero del Lavoro per condividere gli interventi di modifica normativa che non sono più rinviabili. La nostra richiesta è stata avanzata da tempo e non ha ancora avuto seguito.
Occorre una riflessione sull'obbligatorietà dei Pcto, che spesso induce le scuole a una selezione non approfondita delle realtà aziendali dove vengono mandati gli studenti, e serve investire sulla qualificazione dei tutor aziendali che devono accompagnare i ragazzi in questi progetti”.
“Gli standard in cui avvengono le esperienze didattiche in ambito lavorativo - aggiungono i due segretari - devono essere idonei e vincolanti per le imprese coinvolte, nel rispetto rigoroso dei diritti delle studentesse e degli studenti.
Tenendo conto che non tutti i contesti d'impresa sono formativi e non tutti sono sicuri”.
“Anche il Presidente della Repubblica - concludono Ferrari e Sinopoli - ha pronunciato un discorso inequivocabile sul tema, che non può cadere nel vuoto, perché stiamo parlando di ragazze e ragazzi che non possono subire danni fisici, a volte addirittura letali, nel corso di un progetto formativo. Il nostro impegno a fianco degli studenti proseguirà fino a quando non verrà garantita una formazione in totale sicurezza. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità".