Roma, 19 giugno - “La crescita del Pil meridionale che nel 2023, come testimoniano i dati Svimez, è stata superiore alla media nazionale è l’effetto delle politiche espansive post Covid e degli investimenti pubblici messi in campo dai Governi precedenti, come dimostra il ruolo di traino esercitato dal settore delle costruzioni. Non c’è un solo provvedimento dell’Esecutivo in carica che abbia favorito questa dinamica”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.

“Quella stagione - prosegue il dirigente sindacale - si sta purtroppo chiudendo a causa delle decisioni recentemente assunte, a partire dalla rimodulazione del Pnrr che ha tagliato i fondi per il Sud, e per il nuovo patto di stabilità, che determinerà un ritorno all’austerità a danno soprattutto delle aree più fragili”.

“Inoltre - aggiunge Ferrari - è di oggi l’approvazione definitiva dell’Autonomia differenziata, che aumenterà drammaticamente i divari territoriali e renderà impossibile qualunque politica industriale e di coesione nazionale di cui le Regioni del nostro Meridione hanno assoluto bisogno. Infatti, nessuno dei problemi strutturali del sistema produttivo di quella parte del Paese è stato affrontato, né risolto. Problemi strutturali che, se non si cambia registro, sono destinati ad aggravarsi ulteriormente nel prossimo futuro”, conclude il segretario confederale.