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Roma, 27 novembre - “Anche quest’anno la Svimez, con il suo rapporto sull’economia e la società del Mezzogiorno, fornisce un prezioso contributo al dibattito pubblico sulle prospettive del Sud. I dati forniti sul calo dei consumi delle famiglie, sulla riduzione dei salari reali, sullo spopolamento e la fuga dei giovani, sul rallentamento dell’economia in quell’area non possono non allarmare, anche perché tutto questo avrà ricadute pesanti sull’intero Paese”. Così il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari commenta il 51esimo Rapporto Svimez sul Mezzogiorno.
“È importante, in particolare - sottolinea Ferrari - il richiamo sull’impatto negativo del ritorno delle politiche di austerità e ai rischi connessi di un possibile allargamento della forbice tra Mezzogiorno e Centro - Nord nelle dinamiche di crescita del Paese. Altrettanto condivisibili sono le valutazioni circa la necessità di un profondo cambiamento del modello di specializzazione produttiva per coniugare, attraverso una giusta transizione, crescita economica e tutela ambientale”.
Per il segretario confederale: “Sono anche queste le ragioni che hanno motivato Cgil e Uil a proclamare lo sciopero generale del 29 novembre prossimo, perché il Governo Meloni ha prima avallato la nuova governance europea, per poi, nella manovra di bilancio, applicare i vincoli del Patto di Stabilità nel modo peggiore, tagliando la spesa pubblica, in particolare la spesa sociale, e gli investimenti, senza i quali nessuna politica industriale degna di questo nome è possibile”.
“Occorre, a nostro avviso, una politica capace di ridurre diseguaglianze e divari territoriali, che la legge Calderoli sull’Autonomia differenziata finirebbe per esasperare (come denunciato da Svimez), e cambiare un modello di sviluppo ormai insostenibile sia dal punto di vista ecologico che sociale. Per questo obiettivo - conclude Ferrari - ci battiamo e continueremo a farlo”.