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Di seguito riportiamo l'ordine del giorno sulla guerra in Ucraina approvato dal Comitato Direttivo della Cgil riunitosi quest'oggi a Roma.
Il Comitato Direttivo nazionale della CGIL, nell’assumere i diversi contributi contenuti negli interventi svolti, approva la relazione e le conclusioni del Segretario Generale.
Si rinnova con fermezza la condanna dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, un atto fuori dalla storia, un vero e proprio crimine contro la democrazia. Le grandi manifestazioni del 25 febbraio e del 5 marzo a Roma e le numerosissime mobilitazioni in tutto il territorio nazionale promosse dalla CGIL insieme all’associazionismo e al movimento pacifista hanno dimostrato quanto siano necessarie la mobilitazione e la scelta di campo per evitare che l’Europa e il mondo intero siano spinte in una spirale distruttiva. Anche per questa ragione saremo il 12 marzo a Firenze alla manifestazione contro la guerra ed in solidarietà con il popolo ucraino promossa dai sindaci di 100 città europee e che vedrà la presenza del sindaco di Kiev.
La CGIL parteciperà inoltre all’importante giornata internazionale di mobilitazione in solidarietà con l’Ucraina e per la pace indetta il 15 marzo dalla CES (Confederazione europea dei Sindacati) e dalla CSI (Confederazione sindacale internazionale).
La CGIL da subito, prima ancora che scoppiasse il conflitto, ha fatto appello alla diplomazia europea e internazionale affinché si giungesse ad una soluzione negoziata. Ora occorre riporre le armi, non inviare nuovi armamenti, lavorare strenuamente e a ogni livello un cessate il fuoco immediato, per una tregua, fornendo aiuti umanitari e sostegno alle popolazioni in Ucraina e alle migliaia di pacifisti arrestati in Russia. È questo l’impegno che devono assumere le istituzioni internazionali a partire dall’ONU ed i governi dei Paesi dell’Unione europea, rifiutando la logica distruttiva della guerra realizzando la pace attraverso un vero
negoziato.
Nel ribadire la piena solidarietà al popolo ucraino e alle organizzazioni sindacali ucraine, la CGIL si impegna, in un costante rapporto con le organizzazioni umanitarie, a mettere in campo tutte quelle iniziative che consentano l’accoglienza e l’ospitalità di tutti coloro che fuggono da ogni guerra.
Proprio per sostenere l’acquisto di beni di prima necessità e per fornire assistenza ai profughi è stato aperto un conto corrente dedicato all’”Emergenza Ucraina”.
Questa non è la guerra dei russi contro gli ucraini, ma la guerra di Putin e di un regime che disprezzano la democrazia e la libertà dei popoli.
Per questo ci sentiamo impegnati a costruire con determinazione iniziative di PACE.
Già la diffusione della pandemia e la crisi dovuta al cambiamento climatico avevano posto con forza l’esigenza di affermare un nuovo modello di sviluppo. Ciò oggi è reso ancor più urgente dalla guerra aperta dalla Russia contro l’Ucraina. Questo conflitto rende ancora più stringente la battaglia per una nuova e diversa qualità dello sviluppo. È proprio su questo terreno che si gioca il futuro stesso dell’Unione Europea, sulla sua capacità di dare nuovo impulso alle istituzioni internazionali e alla cooperazione nei campi decisivi della ricerca e dell’innovazione, sulla capacità di produrre lavoro di qualità puntando a nuove produzioni sostenibili sul piano ambientale e sociale. È un terreno tanto più necessario per gli effetti economici e sociali che il conflitto in corso avrà in Italia e in Europa- L’aumento dell’inflazione trascinata dai prezzi dei beni energetici sta peggiorando le prospettiva di ripresa del Paese. Tutto ciò dà un ulteriore colpo al potere di acquisto di salari e pensioni ponendo tale questione, insieme alla lotta per il contrasto della precarietà che colpisce in particolare giovani e donne, elemento centrale dell’iniziativa del sindacato. È un quadro che imporrebbe un cambio di passo nella qualità degli interventi del Governo ed una accelerazione degli investimenti nell’ottica di cogliere e di governare i processi di cambiamento della specializzazione produttiva del Paese a partire dalla transizione digitale e verde. Il PNRR rischia di non essere sufficiente per contrastare tali effetti se non adeguatamente accompagnato da ulteriori risorse europee e nazionali finalizzate ad imprimere una svolta alle politiche di sviluppo del Paese. Un quadro di vera emergenza che si accompagna ai temi già aperti a partire dal contrasto alla precarietà, dalla riforma delle pensioni, dalla riforma fiscale e dal contrasto all’evasione, dalle tante situazioni di crisi aperte nel Paese. La perdurante
assenza di politiche industriali e di un ruolo attivo dello Stato nelle politiche di sviluppo sta mettendo a rischio settori strategici per il futuro produttivo del Paese: dall’automotive alle politiche energetiche, dalle telecomunicazioni al credito, dal turismo alla cultura e alla ricerca, dai trasporti alla logistica. Così si mette a rischio il futuro del Paese.
Si è in un contesto inedito che imporrebbe la necessità di massimo coinvolgimento da parte del Governo degli attori sociali a partire dalle organizzazioni sindacali ma che invece sta determinando una rinnovata disintermediazione.
Per queste ragioni e per dare continuità alle mobilitazioni e allo sciopero del 16 dicembre scorso, il comitato direttivo della CGIL dà mandato alla Segreteria nazionale di mettere in campo tutte le iniziative necessarie, anche nel confronto con CISL e UIL, per determinare le risposte concrete necessarie per affrontare questa fase che rischia di peggiorare rapidamente la condizione delle persone, aumentare le disuguaglianze sociali e territoriali, bloccare lo sviluppo e la crescita sostenibile del Paese.