Roma, 26 novembre - “Confermiamo il nostro giudizio negativo verso il decreto recante, tra le altre, disposizioni in materia di ingresso di lavoratori stranieri in Italia che modificano la procedura dei flussi, che con gli interventi emendativi approvati presenta ulteriori elementi peggiorativi”. Lo afferma, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli.

“Confermiamo - prosegue la dirigente sindacale - le criticità già rilevate: continua a mancare una visione generale delle politiche in materia di immigrazione, che dovrebbe essere centrale per le politiche di inclusione e contrasto alle disuguaglianze, e non si ravvisa alcuna diversa impostazione da parte del Governo e della maggioranza parlamentare perché si continua a perseguire una politica punitiva e restrittiva".

Tra gli interventi più “preoccupanti” e “peggiorativi” sottolineati dalla Gabrielli: “Non è stato accolto l’emendamento sul ripristino della competenza degli istituti di patronato per le richieste di nulla osta a valere sui flussi per motivi di lavoro. Il tema degli strumenti di tutela per le vittime di violenza, abuso e sfruttamento lavorativo necessitava di uno specifico approfondimento e la norma appare peggiorativa di quella previgente, nelle concrete possibilità di accesso alla protezione per casi speciali". Inoltre, prosegue la dirigente sindacale: “Si interviene pesantemente e in modo restrittivo nel diritto al ricongiungimento familiare con limitazioni temporali, i due anni di permanenza legale nel territorio nazionale, e relativamente ai criteri di idoneità degli alloggi. In un decreto che era stato pensato per alleggerire e accelerare le procedure per l'ingresso per lavoro si è tornati sul punto delle attività di soccorso in mare con l'introduzione di ulteriori restrizioni sia per le attività di perlustrazione aerea che per quanto attiene i limiti e i fermi amministrativi alla navigazione". E, infine, "particolarmente grave, nella parte che si riferisce alle disposizioni procedurali processuali, l’assegnazione della competenza giuridica alla Corte di appello in luogo dei tribunali delle sezioni specializzate immigrazione anche per le ragioni legate agli organici e al sovraccarico di attività. Non sarà certo sufficiente la norma transitoria sui trenta giorni di efficacia delle nuove disposizioni dall'entrata in vigore della legge di conversione, inserite in tutta fretta nella giornata di ieri con il provvedimento già approdato in aula".

“Ribadiamo - conclude Gabrielli - che per le materie contenute e per la portata del decreto il percorso di definizione degli interventi avrebbe dovuto avere caratteristiche del tutto diverse. Non c'è stata disponibilità all'ascolto e alla modifica del provvedimento e non sono state prese in considerazione le diverse ipotesi di riformulazione proposte attraverso gli emendamenti al testo del decreto. Una materia complessa e articolata come l'immigrazione, anche nella relazione con il lavoro, ha necessità di essere agita attraverso il confronto e la partecipazione che il Governo continua a negare come per gli altri provvedimenti che si assumono".