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Roma, 2 ottobre - “Da quanto si apprende, il decreto di modifica della procedura dei flussi, appena approvato in consiglio dei ministri, conferma il carattere restrittivo e punitivo delle politiche dell'immigrazione del Governo, dal cosiddetto decreto Cutro fino ad oggi”. Lo afferma, in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, che sottolinea anche “una grave questione di metodo: nell’incontro con il Governo si è discusso solo della procedura dei flussi e non sono state annunciate ulteriori misure, mentre ora scopriamo che la portata degli interventi è molto più ampia”.
Gabrielli sottolinea come il “carattere restrittivo e punitivo” sia del tutto evidente “nei provvedimenti riguardanti l'accesso ai dispositivi mobili per l'accertamento della identità, nell'ennesima limitazione alle attività di ricerca e soccorso in mare, questa volta riferite all'utilizzo di aeromobili privati, e in una serie di norme relative alle procedure in frontiera dei richiedenti la protezione internazionale, procedure che, a seguito della stipula dell'accordo tra Italia e Albania, appaiono finalizzate all'attivazione dei Centri in territorio albanese. Come, per esempio, il trattenimento per la mancata consegna del passaporto o altro documento equivalente o il non avere prestato adeguata garanzia finanziaria”.
“È proprio in questo quadro di interventi restrittivi che - prosegue la segretaria confederale - si inseriscono le modifiche delle procedure dei flussi d'ingresso che agiranno già sul decreto previsto nel 2025. È previsto uno snellimento delle procedure con il rafforzamento della precompilazione della domanda di nulla osta, articolata per periodi dell’anno a seconda dei diversi settori di attività economica ai quali corrispondono i diversi click day. Inoltre, si annunciano sia l'inserimento di alcuni controlli per la conferma della volontà delle aziende, che l'esclusione di queste dalle procedure se non hanno dato corso all'attivazione dei rapporti di lavoro. Infine, è annunciato il contingentamento delle domande che un datore di lavoro, come persona fisica, può presentare”.
“Si prevede - aggiunge la segretaria confederale - il rilascio del permesso di soggiorno per protezione sociale per gli stranieri vittime di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, un tema che la nostra organizzazione ha posto da molto tempo per garantire dignità e tutela dei migranti e per favorire il contrasto allo sfruttamento lavorativo. Un provvedimento che valuteremo con attenzione in termini di effettività e della sua portata non appena avremo disponibilità del testo”.
Per la dirigente sindacale: “É del tutto assente, a conferma dei riscontri forniti dal Governo nel corso degli incontri, qualsiasi ipotesi di procedura di regolarizzazione: l'unico percorso in grado di assorbire il bacino di persone presenti sul territorio nazionale senza un valido titolo di soggiorno e la possibilità di accesso ai flussi di chi è già in Italia. Nessuna modifica all'impossibilità di convertire i permessi di soggiorno per protezione speciale in permessi per lavoro”.
“Nei fatti si accompagna alle modifiche delle procedure, i cui esiti dovranno essere oggetto di valutazione, una ulteriore restrizione dell'accesso alle procedure per la richiesta della protezione internazionale funzionale all'attuazione delle scelte che sono state compiute in questo ultimo anno e mezzo a partire dal cosiddetto Decreto Cutro. Un Governo - conclude Gabrielli - che conferma, in toto, il profilo di netta chiusura su un cambio di impostazione delle politiche sull'immigrazione”.