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Roma, 16 novembre – "Nonostante nel nostro Paese una persona su dieci viva in condizioni di povertà assoluta, con un record totale e in continua crescita di 5,7 milioni di poveri, il Governo non solo finge di non vedere, ma su di loro fa cassa. È stata praticamente dimezzata la platea di coloro che un anno fa potevano contare su una misura di contrasto della povertà, oggi lasciati soli e privi di sostegni: si tratta di 629 mila nuclei famigliari in meno (pari a - 48%) e 1,1 milioni di persone in meno (- 40%) rispetto a quelli che nello stesso periodo del 2023 beneficiavano di Reddito e Pensione di Cittadinanza". Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.
"Dai pochi dati resi noti dall’Inps - spiega infatti la dirigente sindacale - risulta che nei primi sei mesi del 2024 hanno percepito l’ADI 695 mila nuclei familiari con 1,7 milioni di persone beneficiarie della misura. Nello stesso periodo dell’anno scorso, avevano percepito almeno una mensilità di Reddito o Pensione di Cittadinanza 1,3 milioni di nuclei familiari con 2,8 milioni di persone". Numeri che per Barbaresi "confermano tutta la drammaticità della situazione e il cinismo del Governo: se l’obiettivo era quello di risparmiare sui poveri e sulle persone in difficoltà allora si può affermare che l'Esecutivo abbia incassato un successo pieno". Infatti, prosegue, "nel periodo gennaio-maggio 2024, per l’Assegno di Inclusione sono stati erogati 1,7 miliardi di euro. Nello stesso periodo del 2023, gli importi erogati per Reddito e Pensione di Cittadinanza sono stati superiori a 3 miliardi di euro: dunque, in pochi mesi, le nuove misure hanno già determinato un taglio di 1,3 miliardi di euro di risorse destinate al contrasto della povertà".
Per la segretaria confederale della Cgil "se questi dati e questo trend si confermeranno anche nei prossimi mesi, la spesa complessiva per ADI e SFL a fine anno potrà arrivare a 4,2 miliardi di euro, con un risparmio complessivo che potrà sfiorare i 4 miliardi di euro rispetto a quella che era la spesa annuale a regime per Reddito e Pensione di Cittadinanza (8 miliardi di euro nel 2022): oltre al dimezzamento della platea, si dimezzeranno anche le risorse destinate a una misura nazionale di contrasto della povertà".
"Ma - denuncia - a fronte di questi numeri, nel Disegno di Legge di Bilancio 2025 il tema risulta non pervenuto. Se non si tornerà a garantire non solo le stesse risorse che venivano destinate al RdC, ma soprattutto una misura universale di contrasto della povertà che non lasci indietro nessuno sarà evidente il frutto amaro di un Governo crudele che, mentre legalizza l’evasione fiscale, taglia su povertà, sanità e istruzione".
“Inoltre - aggiunge Barbaresi - è grave che a quasi un anno dall’introduzione dell’ADI, non ci sia un monitoraggio tempestivo, periodico e dettagliato: perché non vengono forniti i dati? Cosa c’è da nascondere? Forse il fallimento delle politiche del Governo di contrasto della povertà. Chiediamo con forza all’INPS di rendere subito disponibili i dati e consentire a tutti di valutare l’impatto delle misure".
"Ancor più urgente - conclude - è una reazione sociale forte, di critica e contrapposizione alle politiche liberiste del governo Meloni. Si rafforzano le ragioni dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il 29 novembre prossimo”.
→Elaborazione CGIL dati INPS